giovedì 24 dicembre 2009
domenica 13 dicembre 2009
NO, QUESTO NO!
mercoledì 2 dicembre 2009
Siamo alle solite!
carlo frisina ha detto...
Chiedo scusa a nome di tutti per non aver comunicato i punti dell'ordine del giorno del consiglio comunale vi prometto che il prossimo consiglio che si terrà giorno 28 c.m. sara' publicato sul sito ufficiale del comune e sul mio sito www.oppidomamertina.com.
il consigliere di maggioranza carlo frisina
20 settembre 2009 23.09
lunedì 9 novembre 2009
Influenza A: attenti a chi specula in farmacia sull’inutile test fai da te
giovedì 22 ottobre 2009
Vuoi vedere che ci fregano il Nuovo Ospedale?
Nessuna reazione alla ventilata ipotesi che il nuovo ospedale prenda la via del capoluogo
Sanità, il silenzio della politica
Immobilismo di istituzioni e partiti davanti al caos sul parco agrario di Palmi
POLISTENA - Nemmeno una parola, nessun commento, zero spiegazioni. Il focus sul sistema Sanità nella Piana di Gioia Tauro lanciato da “Il Quotidiano” (che si concluderà nei prossimi giorni), sembra essere passato inosservato agli occhi della rappresentanza politica provinciale e regionale. Da destra a sinistra, le questioni sollevate dal nostro giornale paiono aver suscitato soltanto il silenzio di chi è chiamato a rappresentare i cittadini, a risolvere i loro problemi, a provvedere alle loro necessità, che in materia di sanità, sono certamente tante. Cosa ha risposto la nostra classe dirigente davanti alla notizia del possibile dirottamento dell’ospedale nuovo della Piana verso l'area di Reggio Calabria? Nulla. Eppure il rischio che la nuova struttura prenda la via del capoluogo, in nome di quell'area metropolitana concessa dal Governo Berlusconi, è serio. Le manovre intentate a tal fine da alcuni esponenti politici, denunciate dal segretario della Cgil di Gioia Tauro, Pasquale Larosa, non hanno suscitato alcuna reazione, né di smentita né di conferma. Lo stesso dicasi per la questione riguardante la localizzazione della nuova struttura. Per fortuna però, grazie all'azione del “Comitato spontaneo di cittadini pro Ospedale Unico della Piana”, ci sono le carte a parlare. E ciò che dicono non è per nulla confortante. Il parco agrario della scuola “G. Ferraris”di Palmi, dove dovrebbe nascere il nuovo ospedale, pare essere avvolto dal mistero. Nonostante la progettazione preliminare abbia preso il via da quasi un anno, il sito non è ancora nella disponibilità del demanio, come invece da più parte è stato affermato. In sostanza, l'Asp 5 ha fatto partire la fase progettuale considerando certa l'acquisizione del terreno, mentre il sovrintendente alla costruzione nominato dalla Regione parla solo di disponibilità della Provincia (titolare degli edifici scolastici) a cedere la struttura. Nemmeno davanti a questa confusione però, la politica ha ritenuto opportuno spendere qualche parola per fare chiarezza e rassicurare i cittadini che da due anni ormai sentono soltanto parlare del nuovo presidio ospedaliero. Che dire poi dell'ospedale “Santa Maria degli Ungheresi” di Polistena, che dalla metà degli anni '70, periodo della sua costruzione, non ha mai ricevuto un soldo, che sia uno, da parte delle varie amministrazioni regionali susseguitesi? Ogni intervento realizzato in questi anni presso il nosocomio polistenese è stato finanziato con soldi provenienti dalle casse dell'Azienda Sanitaria Provinciale. Eppure, quello di Polistena, tra mille difficoltà, è l'unico ospedale in grado di dare delle risposte ai cittadini. Certo è che non si sa fino a quando il presidio potrà caricarsi il peso dei 180 mila cittadini del territorio, se non verranno pianificati al più presto interventi sulla struttura, in certi casi seriamente obsoleta e su cui nessuno mette mano da più di 35 anni. Nel caso di Polistena, la politica locale pare avere avuto una seppur piccola reazione, chiedendo essa stessa, come nel caso del Pdl, una spiegazione ai propri vertici regionali. Sembrano muoversi pure i sindaci, specie quelli di Polistena, Melicucco, SanGiorgio Morgeto e Cinquefrondi, che ne prossimi giorni paiono intenzionati a dare luogo ad un sit-in di protesta davanti al nosocomio. Intanto però, tra proclami mai concretizzati e casi di malasanità in cui qualcuno ci ha pure rimesso la vita, l'offerta sanitaria della Piana di Gioia Tauro prosegue nel suo perenne arrancare. Molte persone preferiscono affidarsi ai famigerati “viaggi della speranza” per trovare cure adeguate ai propri mali, non avendo sul posto strutture adeguate. Tutto questo, in attesa che la politica si decida a dire a chiare lettere che cosa ne sarà del futuro della salute dei cittadini della Piana.
Domenico Galatà - Il Quotidiano - Domenica 18 ottobre 2009
lunedì 19 ottobre 2009
Una grande verità
Tremonti: «Mobilità non è un valore, il posto fisso è la base per progetto di vita»
«L'incertezza e la mutabilità lavorativa per alcuni sono un valore in sé, ma non per me»
POSTO FISSO - «La variabilità del posto di lavoro, l'incertezza, la mutabilità per alcuni sono un valore in sé, per me onestamente no. C'è stata una mutazione quantitativa e anche qualitativa del posto di lavoro, da quello fisso a quello mobile», ha aggiunto il ministro. «Per me l'obiettivo fondamentale è la stabilità del lavoro, che è base di stabilità sociale».
COMPARTECIPAZIONE - «Questo Paese ha meno bisogno della cogestione e più bisogno della compartecipazione da parte dei lavoratori nelle imprese», ha proseguito Tremonti. «La cogestione, come nascita di figure imprenditoriali miste, mi sembra meno positiva, mentre credo sia più positiva l'informazione sulla gestione dell'impresa. Il meccanismo compartecipativo può anche avere forme diverse. Per esempio, un favore fiscale sulla detassazione degli straordinari».
COMMENTI - Al convegno erano presenti anche i segretari confederali dei tre princiali sindacati italiani. «Sulla mobilità chiedete un commento all Confindustria», ha detto Guglielmo Epifani (Cgil). Luigi Angeletti (Uil): «Tremonti parla come se fosse un nostro iscritto. Non so se gli farà piacere, ma è così».
19 ottobre 2009 (http://www.corriere.it/)
venerdì 16 ottobre 2009
Ricordando Francesco Fortugno a 4 anni dalla sua morte
Il presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, ha scritto ai familiari di Franco Fortugno ribadendo come «il modo migliore per onorare il sacrificio del consigliere regionale è mantenere alto e costante il contrasto alla mafia»
mercoledì 14 ottobre 2009
Finalmente!
Anche se provvisoria, la pista creata accorcia notevolmente le distanze permettendo di raggiungere Amato in circa metà tempo.
Siamo sicuri che per i cittadini di Oppido Mamertina (e non solo) questo sia uno dei giorni più importanti degli ultimi anni.
Pubblichiamo alcune foto del percorso che porta allo svincolo per Varapodio, che ci permettono di osservare (e valutare) anche gli interventi (anche questi migliorabili ) del manto stradale.
Ci affidiamo alla clemenza del tempo anche se le condizioni metereologiche sono previste in netto peggioramento.
Speriamo solo che il tragitto non resti definitivo e che il ponte sul Marro sia completato prima del ponte sullo stretto di Messina.
Raccomandiamo le Amministrazioni interessate a vigilare sul coretto svolgimento dei lavori.
Aspettiamo con ansia il completamento dei lavori sulla strada della Ferrandina per poter finalmente percorrere in sicurezza uno tra i più pericolosi tragitti della provincia reggina.
mercoledì 7 ottobre 2009
In attesa di Giustizia
Scutellà, processo a Reggio
Quasi tutto da rifare il procedimento per la morte del ragazzino di Scido
A due anni dalla morte in ospedale del piccolo Flavio Scutellà, è quasi tutto da rifare il procedimento giudiziario a carico degli undici sanitari sui quali pende una richiesta di rinvio a giudizio. Il gup del Tribunale di Palmi, infatti, ha accolto l’eccezione di incompetenza territoriale sollevata dai legali degli imputati e, in considerazione del fatto che il decesso per il sospetto caso di malasanità era avvenuto nel nosocomio di Reggio Calabria, ha disposto l’invio degli atti alla Procura della città dello Stretto. Nel capoluogo e non a Palmi, quindi, un altro magistrato ripresenterà la richiesta di rinvio a giudizio già perfezionata dal pubblico ministero Stefano Musolino e un giudice diverso stabilirà se si dovrà procedere o meno con il processo a carico di sanitari degli ospedali di Reggio, Polistena e Catanzaro. L’udienza di ieri, durante la quale si sono registrati due lunghi aggiornamenti viste le richieste tecniche avanzate dagli avvocati Francesco Iacopino, Girolamo Albanese e Renato Vitetta, è servita soprattutto per la discussione in merito alle richieste di costituzione di parte civile, visto che il gup Daniela Tortorella ha considerato preliminare a tutte le altre l’eccezione sollevata circa la sua incompetenza nel giudizio. Il processo, che è nato a Palmi perché alla Procura cittadina si erano rivolti nell’ottobre 2007 Alfonso e Maria Scutellà - i genitori del 13enne morto dopo il trasporto d’urgenza dall’ospedale di Polistena e 4 giorni di coma - riprenderà quindi a data da destinarsi a Reggio Calabria. Prima di decidere sul trasferimento degli atti, il gup si era ritirata anche per valutare le istanze di parte civile presentate. Come era stato anticipato nei giorni scorsi in un botta e risposta al vetriolo con lettere aperte, la Regione non si è costituita parte civile e il fatto ha suscitato - a margine dell’udienza la reazione polemica di Alfonso Scutellà che ha parlato «istituzioni latitanti» e «promesse non mantenute da parte di Loiero». Il gup ha ammesso la costituzione di parte civile dei genitori e dei quattro fratelli minori del bambino, respingendo le istanze presentate dai tre nonni perché assenti in aula. Il giudice, contestualmente, ha accolto la domanda presentata dal Tribunale dei diritti del malato-Cittadinanza attiva costituitasi tramite l’avvocato Vito Crimi. Come per gli altri casi di malasanità ripetutisi in Calabria, anche quello che riguarda la morte del ragazzo di Scido sta vedendo impegnati una pletora di avvocati mobilitati da diverse parti della regione, tanto che l’udienza di ieri si è dovuta tenere nell’aula bunker, la più capiente tra quelle di cui dispone il tribunale palmese
AGOSTINO PANTANO - Calabria Ora 07/10/2009
Siamo vicini alla famiglia Scutellà costretta a subire questa ennesima beffa.
sabato 3 ottobre 2009
l’Italia che si sbriciola
Incuria e abusi, l’Italia che si sbriciola:
rischi idrogeologici in 7 Comuni su 10
Le colpe dell'amministrazione dietro i disastri ambientali. Da Nord a Sud edifici realizzati in zone di esondazione.
ROMA — «La natura non fa sconti. Prima o poi, gli errori ricadono addosso a chi li ha compiuti. Seminando la morte, come vediamo a Messina». Vittorio Cogliati Dezza presiede «Legambiente» ma insegna storia e filosofia: e si sente. Numeri e cifre, nella loro durezza, confermano la sua tesi: più il territorio italiano è sfruttato, martoriato, malgovernato, più l’Italia si sbriciola e si impantana in una melma che ingoia vittime, provoca crolli, dispersi, assenza d’acqua potabile, quindi disperazione. Proprio Legambiente certifica che nel 77% dei comuni sono state costruite abitazioni e nel 56% fabbricati industriali in aree a rischio. Ancora numeri, eloquentissimi. 5.581 comuni italiani a rischio idrogeologico di cui 1.700 per frane, 1.285 per alluvioni, 2.596 per frane e alluvioni insieme. Nella sola Sicilia, 272 comuni a rischio e 91 nel Messinese. Il record appartiene al Piemonte con 1.046 comuni in pericolo, l’opposto della Sardegna che ne registra appena 42.
Proprio vero. La natura non fa mai sconti. Ciò che riceve, restituisce. Nel bene come nel male. Una terra tutelata restituisce una sicura protezione idrogeologica. Una terra violentata non può far altro che produrre altra violenza. Non perché sia matrigna ma perché l’uomo le ha sottratto gli strumenti per proteggere proprio se stesso. Non c’è bisogno di evocare lo spettro di Sarno, con le sue 140 frane e i suoi 137 morti nel maggio 1998. Basta guardare a tempi più recenti. Per esempio quest’anno. Frane e quattro morti al Nord, due a Borca di Cadore (18 luglio). Due vittime nel Trapanese per un nubifragio (2 febbraio). Due operai morti sotto una frana a Caltanissetta (28 gennaio). Frane in tutto il Sud, chiusi 60 chilometri di autostrada (29 gennaio). Due morti e quattro feriti per una frana sulla Salerno- Reggio Calabria (25 gennaio). Poco prima, alla fine del 2008, gli spettacolari danni e l’autentico terrore di Roma per la clamorosa piena del Tevere (dicembre 2008). Inferno d’acqua a Cagliari, tre morti (22 ottobre). Maltempo: due morti, Valtellina isolata (13 luglio). Po e Dora, rotti gli argini, ponti bloccati e scuole chiuse. E si potrebbe continuare tristemente così, con titoli sempre uguali, lì a dimostrare che la natura non fa sconti.
Accusa Giulia Maria Crespi, presidente del Fondo per l’Ambiente Italiano: «C’è totale indifferenza verso il paesaggio e le sue regole. Paesaggio vuol dire anche assesto idrogeologico. Ma come si fa quando l’agricoltura è totalmente abbandonata, i corsi d’acqua e i boschi non vengono curati, le colline sono tagliate senza curarsi delle vene idriche, si costruisce dissennatamente nei posti più sbagliati? Poi arriva la catastrofe e si piange... Non si capisce che un paesaggio rispettato non favorisce i ricchi snob che vogliono il loro panorama ma produce turismo, agricoltura, ricchezza».
Ancora Cogliati Dezza aggiunge un elemento importante alla sua analisi: «Comuni del Nord e del Sud hanno permesso di edificare in aree di esondazione. Il pericolo cresce perché, come i climatologi insegnano, siamo definitivamente entrati in una fase in cui i fenomeni atmosferici sono più violenti e imprevedibili. L’essenza dei nuovi problemi idrogeologici è tutta qui: in tre giorni può cadere la stessa quantità di pioggia di un’intera stagione. Guardiamo cosa è accaduto l’anno scorso a Roma col Tevere e a Cagliari». Unico dato positivo, secondo Cogliati Dezza, una nuova sensibilità diffusa tra i cittadini comuni che ormai individuano, dice, nell’abusivismo edilizio la vera causa dei disastri. Non si spiegherebbe diversamente la chiarezza con cui don Giovanni Scimone, parroco di Giampilieri (quindi non un geologo), ha sintetizzato ciò che è accaduto alla sua gente: «Le colline sono prive di alberi, in parte distrutti dagli incendi, in parte tagliati per edificare, non sono stati costruiti muri di contenimento. Tutto questo comporta che una pioggia più violenta fa venir giù le frane».
Ma se lo capisce il parroco di un piccolo centro, troppo spesso a non (voler) comprendere sono le amministrazioni locali. Accusa Vezio de Lucia, urbanista, autore di molti piani regolatori, ex assessore all’urbanistica di Napoli: «Solo a Roma sono in esame 85 mila domande di condono presentate tra i primi anni Novanta e il 2003. Ciò significa che l’abusivismo dilaga sotto le amministrazioni e i governi di ogni segno politico. La corresponsabilità è generale». Quasi un marchio culturale collettivo, ovviamente deteriore. De Lucia ricorda che «qui l’Italia segna una fortissima differenza col resto dell’Europa. Poiché non intendo assumere un atteggiamento che potrebbe sfiorare il razzismo antropologico, dirò che siamo di fronte a un problema di scarsissimo rispetto delle leggi. Nel resto d’Europa l’abusivismo o non c’è o si registra in forme assolutamente marginali». Cosa fare? De Lucia ha una solida anima progressista ma non ha paura di una parola: «Occorre semplicemente la repressione, che manca completamente. Perché parliamo di reati gravi che vanno repressi. Invece il fenomeno continua a crescere. Nell’indifferenza generale». Già, l’indifferenza. Nemmeno l’abusivismo riguardasse solo chi lo produce e non si trasformasse invece, come realmente accade, nel depauperamento di un patrimonio collettivo che la Costituzione ci impone di salvaguardare (articolo 9: «La Repubblica tutela il paesaggio e il patrimonio storico e artistico della Nazione»).
Alessandra Mottola Molfino presiede da pochi giorni «Italia nostra». Ma è prontissima a esprimere la sua opinione: «Prima di costruire nuove cubature, sarebbe assai meglio riassestare le vecchie costruzioni e soprattutto occuparsi della cura del territorio. Ma sembra impossibile ragionare così». La neopresidente aggiunge un altro tassello a un quadro già disperante: «Da anni 'Italia nostra' produce documenti realizzati da eccellenti professionisti nostri associati. Materiale inviato al governo e alle amministrazioni locali. Ma nessuno ci ascolta, eppure è tutto già scritto lì....». Vi accusano di essere contro lo sviluppo, nemici di qualsiasi ipotesi di edificabilità. «Falso. Noi chiediamo solo di intervenire dopo aver analizzato attentamente le caratteristiche del luogo e il suo livello di sostenibilità. Ma a proposito... ». A proposito? «Noi di 'Italia nostra' siamo stati sempre fieramente contrari alla costruzione del Ponte sullo Stretto. Ora qualcuno dovrà spiegarci con quale coraggio, dopo una simile catastrofe, si può immaginare di dar vita a una simile grande opera su un territorio tanto gravido di pericoli e di incognite».
Paolo Conti
03 ottobre 2009 - www.corriere.it
lunedì 28 settembre 2009
Ma la provincia che fa?
Ci stiamo avvicinando all'inverno. La situazione viaria diventa sempre più difficile. Non bastava la Ferrandina (è vero i lavori sono FERMI!!!!), il ponte Marro (si aspetta l'intervento dell'Enel per spostare un cavo) anche la strada che porta a Varapodio, esattamente dopo il ponte "da gutti", rischia di cedere. Una grossa buca ormai da giorni fa mostra di se. L'unico intervento che c'è stato, come del resto sta succedendo ormai da mesi per il ponte dopo Terranova, e stato quello di transennare con della rete di plastica ed un po di nastro per delimitare la zona.
E' inconcepibile che l'ente preposto, la Provincia, non intervenga immediatamente per mettere in sicurezza l'unica strada che ormai ci collega al resto della piana. Ricordiamoci che oltre ai pullman di studenti che ogni giorno transitano su questa strada, considerato che ormai il PIP di Oppido è praticamente chiuso, da qui passano le ambulanze che trasportano gli ammalati verso il Pronto Soccorso di Polistena e verso gli altri presidi regionali .
Sollecitiamo il nostro Sindaco, nonchè Presidente della Comunità Montana, e tutti gli altri Sindaci del comprensorio ad intervenire con forza presso la provincia per fare in modo che si sblocchi la situazione di stallo della strada della Ferrandina, del Ponte Marro e per un intervento immediato per il ripristino delle condizioni di sicurezza su questa strada, assolutamente non idonea al volume di traffico attuale, ma che comunque è rimasta l'unico e vero collegamento con il resto del paese.
domenica 20 settembre 2009
Consiglio Comunale per pochi intimi
Secondo il D.Lgs. 267/2000 (Testo unico delle leggi sull'ordinamento degli enti locali) il Consiglio comunale è l'assemblea pubblica rappresentativa di ogni Comune, ente locale previsto dall'art. 114 della Costituzione della Repubblica Italiana.
Sarebbe buona norma pubblicizzare ed avvisare i cittadini della convocazione affinchè la popolazione possa essere informata preventivamente e compiutamente sulle attività del civico consesso, e possa essere pienamente partecipe del lavoro e delle scelte operate degli organi collegiali delegati a rappresentarla. Non ci risulta che l'amministrazione abbia affisso manifesti o anche solo pubblicizzato sul sito istituzionale del comune, la data, l'orario e l'ordine del giorno. Non solo, aver fissato un orario antimeridiano ha ulteriormente impedito ai (purtroppo) pochi interessati di poter seguire i lavori. Crediamo che una amministrazione insediatasi da poco abbia tutto l'interesse a far conoscere le linee programmatiche del proprio programma amministrativo ed instaurare un rapporto di apertura e trasparenza con i cittadini che amministra.
domenica 13 settembre 2009
Calabria avvelenata
venerdì 11 settembre 2009
La Giunta Regionale approva il Piano 2010-2012
Piano di Razionalizzazione e Riqualificazione del Servizio Sanitario Regionale
venerdì 4 settembre 2009
Chi non vuole l' Arcobaleno?
E' fuor di dubbio che l'Arcobaleno ha rappresentato nell'ultimo decennio una novità importante per la nostra collettività, per il modo nuovo di intendere la politica e per essere riuscito a coinvolgere direttamente persone che fino a quel momento non avevano nulla a che vedere con la cosa pubblica. Ma soprattutto per essere riuscito ad interessare centinaia di persone che credevano in quel progetto politico.
Cosa è successo? Perchè c'è stata quasi "repulsione" verso questo movimento che ha portato alla sconfitta elettorale?
sabato 29 agosto 2009
E' davvero un Pronto Soccorso?
martedì 25 agosto 2009
A quando il Museo Civico?
venerdì 21 agosto 2009
CACCIA SI, CACCIA NO.
Com'è noto, i due referendum svoltisi sull'argomento nel 1990 e nel 1997, non hanno raggiunto il quorum necessario per consentirne l'applicazione, ma è significativo il risultato plebiscitario ottenuto contro la caccia tra i votanti:
Referendum 3/4 GIUGNO 1990
CACCIA: ABOLIZIONE NORME
Un' altro aspetto da considerare è il dibattito in atto sulla proposta di abolizione dell'art.842 del del Codice Civile che permette ai soli cacciatori di entrare nella proprietà privata altrui. Questo stato di cose rappresenta per molti una violazione del principio di uguaglianza dei cittadini, sancito dalla Costituzione italiana, che devono godere tutti degli stessi diritti davanti alla legge (art. 3) e che devono vedere assicurato il loro diritto assoluto alla proprietà privata riconosciuta e garantita dalla Costituzione in maniera esclusiva (art. 42).
Ai lettori del blog chiedamo:
sabato 15 agosto 2009
Kernberg e il narcisismo oppidese
martedì 11 agosto 2009
Ponte sul Marro, partiti i lavori
Ponte sul Marro, partiti i lavori
Il progetto sarà uno dei primi a rispettare le norme antisismiche post-Abruzzo
venerdì 7 agosto 2009
Dopo le Miss, che fare?
Dopo la serata con la sfilata di belle ragazze e la proclamazione di Miss Oppido Mamertina (sic!) e tempo di pensare alle cose serie.
Vorremmo sapere quali sono gli interventi della nuova amministrazione presso la Provincia di Reggio Calabria per sollecitare la ditta che ha in appalto i lavori della Ferrandina (e del Ponte Marro) affinchè si proceda in modo più spedito (lavorando anche di notte se necessario) per il completamento della strada.
L'aver affidato alla Global Service i due appalti in modo diretto senza quindi procedere a gara doveva e deve imporre dei tempi e un impegno alla realizzazione delle due opere che fino al momento è mancato.
"L'estate sta finendo", cantavano i Righeira, e dopo i giorni di feste e festini si avvicina l'apertura delle scuole.
L'impegno deve esser quello di garantire che per tale data "almeno" la strada della ferrandina sia completata.
E l'Ospedale? Tutto l'impegno di cui si era parlato in campagna elettorale è andato a farsi friggere?
I due infermieri che fanno parte della nuova amministrazione comunale (Assessore alla Sanità e delegato al Turismo e Spettacolo) si sono impegnati tanto è vero solo a fare in modo di farsi trasferire presso presidi più graditi prima dell'annunciata chiusura.
Vergogna!!!!!!!!!!!mercoledì 5 agosto 2009
Si è spenta l'artista oppidese Concetta Mazzullo
Una breve biografia per ricordarla.
Concetta Mazzullo è nata ad Oppido Mamertina (RC). Pittrice, si è formata alla scuola del padre, noto scultore, pittore e poeta. Ha tenuto molte mostre personali a Roma, Salsomaggiore Terme, Oppido Mamertina, Palmi, Parigi, Hong Kong. Ha partecipato a moltissime rassegne in Italia, Francia, Inghilterra, Austria, USA, Giappone, Spagna, Malta, Germania, Hong Kong, Belgio, Jugo-slavia, Corea, Lussemburgo, Svizzera, Polonia, Svezia, Turchia, etc., ottenendo prestigiosi premi. Molti critici hanno scritto di lei, tra cui E. Bruzzi, V. Gubitosi, W. Sorrentino, G. Boulanger, F. Novelli, T. Ho Kit, Y. Kwang Ngah, E. Ordonez, M. Meozzi e molti altri. Pluriaccademica, recensita su giornali, riviste e nei principali cataloghi d’arte italiani e stranieri, sue opere si trovano in Musei, Accademie, Chiese e collezioni private in Italia e all’estero. «L’arte di Concetta Mazzullo è straordinariamente vitale, densa di drammatici rilievi; affronta con forte impegno temi legati all’esperienza dell’umanità contemporanea o al sacro, scandendo perentoriamente i contenuti in una figurazione vibrante. Forme e colori, equilibrati nel ritmo da spatolate decise e ben strutturate, tessono la trama di una narrazione ricca di pathos...» (S. Perdicaro)«Concetta Mazzullo si immerge completamente in un’arte pittorica che sa affrontare temi a noi molto cari e legati ad una problematica sociale propria dei nostri tempi, direttamente a con-tatto con una realtà quotidiana che l’artista affronta in prima per-sona per poter trarre motivi più significativamente esemplari di una crisi esistenziale che ha ormai invaso gran parte del mondo. I temi dell’emarginazione, della povertà, della tossicodipendenza, della solitudine vengono ripresi dall’artista con una significativa decisione di tratti che riesce a definirne con estremo verismo i par-ticolari più nascosti, riuscendo così a fissare sulla tela il ritratto di una società ormai in crisi e non più alla ricerca di verità sane ma deviate verso forme di piacere che si basano unicamente sul rag-giungimento del massimo soddisfacimento col minimo sacrificio, senza tener conto della falsità di queste promesse che ben presto si trasformeranno in dolore e abbandono». (Laura Capellini)
lunedì 3 agosto 2009
MOTORADUNO
domenica 2 agosto 2009
Eccoci
Benvenuti!!!