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domenica 13 settembre 2009

Calabria avvelenata

Trovata la nave dei veleni. Nel Tirreno cosentino il robot scova un relitto. Ci sono dei bidoni sospetti.La cercavano da giorni e alla fine l’hanno trovata. Nel Tirreno cosentino, a una ventina di miglia dalla costa di Cetraro, ad una profondità di oltre 400 metri, c’è un relitto. Si tratta della nave dei veleni di cui aveva parlato un collaboratore di giustizia che aveva raccontato ai magistrati di avere partecipato all’affondamento di un mercantile. Per il procuratore della Repubblica di Paola, Bruno Giordano, è forte il sospetto che possa essere una “nave a perdere” affondata dalla ’ndrangheta per smaltire rifiuti tossici e radioattivi.
Un intreccio di interessi che estende i propri tentacoli anche oltre i confini nazionali per interessare rapporti con paesi africani. Una pista di indagine pericolosa, la cui piena attendibilità è stata drammaticamente avvalorata dagli omicidi della giornalista del tg3 Ilaria Alpi e del collega operatore Miran Hrovatin a Mogadiscio nel marzo del 1994. Anche la Calabria al centro di questi traffici, in cui è fortemente probabile il coinvolgimento della ‘Ndrangheta. I rifiuti tossici sono la nuova fonte di guadagno da parte della ‘ndrangheta e non più solo monopolio della camorra. Le responsabilità sono anche degli imprenditori del Nord, quelli che fingono di essere socialmente responsabili e poi per pagare la metà di tasse sui rifiuti si affidano alle mafie per smaltire il loro “schifo” tossico e puzzolente imputridendo le terre e gli animi altrui.

L' Aspromonte non sembra immune a tali traffici. L'alta incidenza di malattie tumorali nei nostri paesi e le voci su presunti avvistamenti notturni negli anni passati di Camion e Tir nei boschi delle nostre montagne alimentano i timori di presunti sotterramenti di materiale tossico e/o radioattivo. Ricordiamo l'allarme lanciato all'inizio dello scorso anno dall'allora Sindaco di Cosoleto al Ministro della salute, al prefetto di Reggio, al procuratore della Repubblica di Palmi, ai presidenti della Regione e dellla Provincia e al direttore generale dell'Asp di Reggio Calabria, per accertare ed individuare eventuali fonti di inquinamento radioattive esistenti in territorio preaspromontano e per avviare uno studio approfondito sui dati relativi al numero di decessi per cancro, leucemia e malattie cardiovascolari registrati in Cosoleto negli ultimi dieci anni. Ci domandiamo se mai è stata avviata una ricognizione aerea delle nostre montagne per l'individuazione (come tragicamente noto per le fosse comuni della guerra del Kosovo) di strati di terreno modificati dalla mano criminale dell'uomo. Non vogliamo lanciare allarmismi inutili, ma le notizie di questi giorni ci preoccupano notevolmente. Vorremmo sapere se da parte dell'ASP di Reggio Calabria esiste ed è aggiornato un database con le morti causate da malattie tumorali del nostro territorio (senza riportare la classica e purtroppo ovvia dicitura diagnostica di "arresto cardiocircolatorio" ) per il confronto con i dati nazionali. Saremo tutti più tranquilli nel sapere di studi ed indagini (anche delle Corpo Forestale dello Stato ) che riguardano l'analisi dell'aria, del terreno e delle acque della nostra montagna.