lunedì 28 settembre 2009

Ma la provincia che fa?


Ci stiamo avvicinando all'inverno. La situazione viaria diventa sempre più difficile. Non bastava la Ferrandina (è vero i lavori sono FERMI!!!!), il ponte Marro (si aspetta l'intervento dell'Enel per spostare un cavo) anche la strada che porta a Varapodio, esattamente dopo il ponte "da gutti", rischia di cedere. Una grossa buca ormai da giorni fa mostra di se. L'unico intervento che c'è stato, come del resto sta succedendo ormai da mesi per il ponte dopo Terranova, e stato quello di transennare con della rete di plastica ed un po di nastro per delimitare la zona.

E' inconcepibile che l'ente preposto, la Provincia, non intervenga immediatamente per mettere in sicurezza l'unica strada che ormai ci collega al resto della piana. Ricordiamoci che oltre ai pullman di studenti che ogni giorno transitano su questa strada, considerato che ormai il PIP di Oppido è praticamente chiuso, da qui passano le ambulanze che trasportano gli ammalati verso il Pronto Soccorso di Polistena e verso gli altri presidi regionali .


Sollecitiamo il nostro Sindaco, nonchè Presidente della Comunità Montana, e tutti gli altri Sindaci del comprensorio ad intervenire con forza presso la provincia per fare in modo che si sblocchi la situazione di stallo della strada della Ferrandina, del Ponte Marro e per un intervento immediato per il ripristino delle condizioni di sicurezza su questa strada, assolutamente non idonea al volume di traffico attuale, ma che comunque è rimasta l'unico e vero collegamento con il resto del paese.

domenica 20 settembre 2009

Consiglio Comunale per pochi intimi


Secondo il D.Lgs. 267/2000 (Testo unico delle leggi sull'ordinamento degli enti locali) il Consiglio comunale è l'assemblea pubblica rappresentativa di ogni Comune, ente locale previsto dall'art. 114 della Costituzione della Repubblica Italiana.
Sarebbe buona norma pubblicizzare ed avvisare i cittadini della convocazione affinchè la popolazione possa essere informata preventivamente e compiutamente sulle attività del civico consesso, e possa essere pienamente partecipe del lavoro e delle scelte operate degli organi collegiali delegati a rappresentarla. Non ci risulta che l'amministrazione abbia affisso manifesti o anche solo pubblicizzato sul sito istituzionale del comune, la data, l'orario e l'ordine del giorno. Non solo, aver fissato un orario antimeridiano ha ulteriormente impedito ai (purtroppo) pochi interessati di poter seguire i lavori. Crediamo che una amministrazione insediatasi da poco abbia tutto l'interesse a far conoscere le linee programmatiche del proprio programma amministrativo ed instaurare un rapporto di apertura e trasparenza con i cittadini che amministra.

domenica 13 settembre 2009

Calabria avvelenata

Trovata la nave dei veleni. Nel Tirreno cosentino il robot scova un relitto. Ci sono dei bidoni sospetti.La cercavano da giorni e alla fine l’hanno trovata. Nel Tirreno cosentino, a una ventina di miglia dalla costa di Cetraro, ad una profondità di oltre 400 metri, c’è un relitto. Si tratta della nave dei veleni di cui aveva parlato un collaboratore di giustizia che aveva raccontato ai magistrati di avere partecipato all’affondamento di un mercantile. Per il procuratore della Repubblica di Paola, Bruno Giordano, è forte il sospetto che possa essere una “nave a perdere” affondata dalla ’ndrangheta per smaltire rifiuti tossici e radioattivi.
Un intreccio di interessi che estende i propri tentacoli anche oltre i confini nazionali per interessare rapporti con paesi africani. Una pista di indagine pericolosa, la cui piena attendibilità è stata drammaticamente avvalorata dagli omicidi della giornalista del tg3 Ilaria Alpi e del collega operatore Miran Hrovatin a Mogadiscio nel marzo del 1994. Anche la Calabria al centro di questi traffici, in cui è fortemente probabile il coinvolgimento della ‘Ndrangheta. I rifiuti tossici sono la nuova fonte di guadagno da parte della ‘ndrangheta e non più solo monopolio della camorra. Le responsabilità sono anche degli imprenditori del Nord, quelli che fingono di essere socialmente responsabili e poi per pagare la metà di tasse sui rifiuti si affidano alle mafie per smaltire il loro “schifo” tossico e puzzolente imputridendo le terre e gli animi altrui.

L' Aspromonte non sembra immune a tali traffici. L'alta incidenza di malattie tumorali nei nostri paesi e le voci su presunti avvistamenti notturni negli anni passati di Camion e Tir nei boschi delle nostre montagne alimentano i timori di presunti sotterramenti di materiale tossico e/o radioattivo. Ricordiamo l'allarme lanciato all'inizio dello scorso anno dall'allora Sindaco di Cosoleto al Ministro della salute, al prefetto di Reggio, al procuratore della Repubblica di Palmi, ai presidenti della Regione e dellla Provincia e al direttore generale dell'Asp di Reggio Calabria, per accertare ed individuare eventuali fonti di inquinamento radioattive esistenti in territorio preaspromontano e per avviare uno studio approfondito sui dati relativi al numero di decessi per cancro, leucemia e malattie cardiovascolari registrati in Cosoleto negli ultimi dieci anni. Ci domandiamo se mai è stata avviata una ricognizione aerea delle nostre montagne per l'individuazione (come tragicamente noto per le fosse comuni della guerra del Kosovo) di strati di terreno modificati dalla mano criminale dell'uomo. Non vogliamo lanciare allarmismi inutili, ma le notizie di questi giorni ci preoccupano notevolmente. Vorremmo sapere se da parte dell'ASP di Reggio Calabria esiste ed è aggiornato un database con le morti causate da malattie tumorali del nostro territorio (senza riportare la classica e purtroppo ovvia dicitura diagnostica di "arresto cardiocircolatorio" ) per il confronto con i dati nazionali. Saremo tutti più tranquilli nel sapere di studi ed indagini (anche delle Corpo Forestale dello Stato ) che riguardano l'analisi dell'aria, del terreno e delle acque della nostra montagna.

venerdì 11 settembre 2009

La Giunta Regionale approva il Piano 2010-2012

11/09/2009 La Giunta regionale della Calabria, che si è ritenuta ieri sotto la presidenza di Agazio Loiero, ha approvato il Piano di riqualificazione e riorganizzazione del servizio sanitario regionale ai sensi dell’articolo 1, comma 180, della legge 13 dicembre 2004, nr. 311. Il Piano di rientro sarà presentato al Governo nei prossimi giorni.L'obiettivo strategico del Piano 2010-2012, «è la riqualificazione e il miglioramento dell’intero sistema sanitario regionale». L’attuale sistema, è scritto nella nota, «mostra diffusi e cronici punti di criticità che implicano livelli mediamente modesti di assistenza e di tutela del diritto alla salute dei calabresi. Ciò impone una riforma strutturale del sistema in modo da garantire standard di sicurezza e di qualità per tutti i cittadini, in particolare per i più deboli. Il Piano aspira a costruire un sistema sanitario con caratteristiche organizzative e qualitative in linea con quelli medi nazionali». Il Piano proposto dalla Giunta Regionale, con il sostegno tecnico e scientifico dell’Agenas e di Kpmg, prosegue la nota, «ha tutte le caratteristiche per scongiurare l’ipotesi di commissariamento della sanità regionale. Il commissariamento non è la soluzione ai problemi della sanità calabrese come l'esperienza ha dimostrato, in Calabria ed in Italia. Il commissariamento è una grave ferita istituzionale senza benefici evidenti per la collettività; per questo la Regione Calabria si oppone con determinazione».Il Piano, organizzato in nove obiettivi generali, 22 obiettivi specifici, 49 obiettivi operativi e 89 azioni-interventi, è prioritariamente orientato a conseguire miglioramenti significativi nelle aree strategiche dell’intero sistema: assistenza territoriale; rete ospedaliera; farmaceutica; personale. «Il primo e più importante miglioramento che il Piano vuole conseguire consiste nel potenziare e qualificare i servizi più vicini ai cittadini, ossia quei servizi territoriali che consentono di soddisfare i bisogni diffusi di assistenza sanitaria in loco e che dunque possono limitare i ricoveri ospedalieri impropri. Il secondo miglioramento atteso è la riqualificazione della rete ospedaliera attraverso: a) un potenziamento dell’offerta riabilitativa e di lungodegenza rispondente ai fabbisogni di una popolazione sempre più anziana;b) una riorganizzazione dei presidi ospedalieri di piccole dimensione per accrescere sicurezza, appropriatezza delle prestazioni, efficienza organizzativa; c) dismissioni di reparti insostenibili sotto il profilo della sicurezza e della qualità dell’assistenza, in particolare per le aree chirurgiche e punti nascita; d) l'aumento delle prestazioni sanitarie appropriate. Il terzo miglioramento consiste nel promuovere e conseguire un uso più congruo e appropriato dei farmaci, evitando abusi e consumi inutili e dannosi, nonchè un sistema di acquisti da parte delle aziende sanitarie più efficiente e trasparente. Il quarto e ultimo miglioramento attiene ad un idoneo utilizzo delle risorse umane attraverso una più oculata politica del turn-over, un’immissione di personale, soprattutto sanitario, più giovane e motivato, e promuovendo la ricostruzione di vere e proprie "scuole" ospedaliere». A queste quattro aree strategiche, il Piano affianca altre quattro azioni di sistema: struttura organizzativa dipartimentale; meccanismi di monitoraggio e controllo; politica degli acquisti; formazione del personale. Il Piano prevede un rafforzamento significativo degli assetti organizzativi del Dipartimento della salute soprattutto in direzione delle aree economico-finanziaria, produttivo-gestionale, epidemiologica, farmaceutica e legale-contrattualistica. Contemporaneamente, il Piano individua un insieme di azioni rivolte a creare un sistema organico di monitoraggio dei flussi informativi in modo consentire un efficace controllo gestionale. Il Piano, secondo quanto riferito nel comunicato, prevede, altresì, una progressiva centralizzazione degli acquisti al fine di conseguire economie di scala ed allineare i costi a quelli medi nazionali nonchè di accrescere la trasparenza informativa e procedurale, soprattutto attraverso il funzionamento pieno della Stazione unica appaltante che già nei prossimi mesi consentirà di ottenere i primi corposi benefici. Infine, il Piano prevede la costruzione di un sistema di formazione e di aggiornamento sistematico del personale sanitario e amministrativo finalizzato a potenziare l’insieme delle capacità professionali». «Il complesso delle azioni e degli interventi del Piano porterà nel 2013, anno a regime, all’equilibrio di bilancio del sistema sanitario regionale, che consentirà da un lato di non incrementare il debito cumulato e, dall’altro, di utilizzare per usi alternativi la leva fiscale regionale»

venerdì 4 settembre 2009

Chi non vuole l' Arcobaleno?

Sentiamo l'esigenza di partecipare anche noi al dibattito in corso sul futuro del movimento "ARCOBALENO" che ha sostenuto e fatto vincere le elezioni alla passata amministrazione comunale.
E' fuor di dubbio che l'Arcobaleno ha rappresentato nell'ultimo decennio una novità importante per la nostra collettività, per il modo nuovo di intendere la politica e per essere riuscito a coinvolgere direttamente persone che fino a quel momento non avevano nulla a che vedere con la cosa pubblica. Ma soprattutto per essere riuscito ad interessare centinaia di persone che credevano in quel progetto politico.
Cosa è successo? Perchè c'è stata quasi "repulsione" verso questo movimento che ha portato alla sconfitta elettorale?
A nostro avviso queste sono le principali cause del declino:


L'assegnazione di deleghe "fantasiose" trattenendo per se e per pochi intimi le deleghe più prestigiose ed importanti, hanno creato degli scontenti, non solo, ma hanno negato la possibilità a chi ne aveva voglia di potersi confrontare e crescere politicamente facendo esperienze utili per continuare il percorso intrapreso. Non solo l'accumulo di deleghe dell'ex Sindaco (nonostante abbia fatto l'impossibile) ha inevitabilmente creato dei vuoti istituzionali nei momenti di bisogno.


Sdoppiando la tradizionale delega "Sport, Turismo e Spettacolo" e favorendo la "fazione" a lui più vicina, l'ex Sindaco (& C. ) ha accentuato le problematiche politico/amministrative dei due consiglieri interessati (già compromessa sul piano personale) e creato delle difficoltà ad entrambi per l'organizzazione degli eventi, finendo con lo "spingere" verso lidi più accoglienti uno dei contendenti perdendo sostegno amministrativo ed importanti consensi;



La gestione della "Questione Ospedale" è stata disastrosa. Abboccando all'amo lanciato dalla Direzione Generale dell' ASL (con il D.G. probabilmente partito con buoni intenti e poi "costretto" ad invertire la rotta da livelli superiori) e sperando su buoni rapporti personali, ha creato quel malcontento nella popolazione, anche molto vicina all'Arcobaleno, che ha visto nell'amministrazione non un valido supporto di lotta e di rivendicazioni ma addirittura un nemico che ne voleva la chiusura favorendo in questo modo chi abilmente è riuscito a creare ad arte uno strisciante ed interessato fiume di veleni. In verità successivamente c'è stato un ripensamento ed un cambio di strategia che però è stato tardivo e non più credibile.

Aver trascurato le piccole cose, i piccoli interventi per risolvere quei disagi dei cittadini, puntando su opere importanti si ma non essenziali per il vivere quotidiano. La gente chiedeva e chiede una gestione ottimale delle risorse idriche e dei rifiuti. Di trovare strade e marciapiedi puliti, illuminati e percorribili senza problemi. Insomma quai piccoli servizi che devono trovare rapida soluzione senza colpevoli ritardi per rendere la vita più serena.


Un'abile e riuscita campagna denigratoria sui danni causati dall'alluvione del dicembre 2008 e gennaio 2009 alla quale non si è saputo contrapporre una efficace e dettagliata informazione. Nonostante l'impegno costante e ben sapendo che la competenza è esclusiva della Provincia, sono stati addossati alla compagine amministrativa colpe e ritardi per il ripristino della viabilità.


Nonostante questi errori è imperdonabile scaricare il movimento in modo così semplicistico. Il dibattito in corso è importante e deve far riflettere sul suo ruolo e su quello della classe dirigente. Fondamentale per un confronto serio, per una partecipazione che va al di là delle beghe di Palazzo e con il coinvolgimento della gente (che vuole e deve sentirsi al centro dell'attività amministrativa) ha dimostrato in questi anni che è possibile, ma certamente non facile, amministrare in modo onesto e pulito. Gli uomini possono cambiare ma le idee devono continuare ad illuminare il percorso della nostra vita per dare più luce al futuro di Oppido e delle sue frazioni.