domenica 13 giugno 2010

Ancora sull'Ospedale


Da il Quotidiano di Domenica 13 giugno 2010
da "Lettere al Quotidiano"
Scopelliti, non si chiuda l’ospedale di Oppido
ESIMIO onorevole Scopelliti, mi rivolgo a lei perché, rispetto al passato sembra una persona
che si impegna per il bene della collettività e non per interessi campanilistici o peggio ancora
personalistici. Le chiedo fermamente, a nome mio e di tutta la parte buona, ossia non interessata della Piana di Gioia Tauro, di aver rispetto (mi riferisco all'annosa questione dell'ospedale unico) della scelta di 22 sindaci su 26, che in sede di "Conferenza dei sindaci" aveva scelto quale sede appropriata per l'Ospedale unico, il sito di Cannavà di Rizziconi, per la sua centralità rispetto a tutti i comuni della Piana. Un ospedale non è un monumento di una città ma è un bene
al servizio della collettività, è di tutti, deve essere centrale e funzionale, dotato di tutti i reparti
che potrebbero essere intitolati a quelle persone decedute a causa della mala sanità. Un ospedale
dove si possa partorire e non lasciare i figli subito orfani. Se non ricordo male, gli eredi del principe Acton Ferdinando erano propensi alla costruzione su un loro terreno. Onorevole,
se io fossi “di parte” adesso dovrei dirle che l'ospedale di Gioia Tauro deve tornare funzionale
come un tempo, ma sono fermamente convinta che la collettività debba avere la priorità su tutto.
Io per prima, riconosco l'importanza della città di Palmi rispetto ai paesi viciniori. Riconosco
la cultura ... Palmi ha dato i natali a Cilea, Leonida Repaci, Zappone, Manfroce, Maria De
Maria e tanti altri ancora; ma ribadisco dobbiamo pensare alla collettività e a niente altro.
Mi permetto, inoltre, di dire che a mio parere chiudere l'ospedale di Oppido Mamertina o
trasformarlo in altro è, come progettare omicidi. L'ospedale di Oppido è a tutti gli effetti un ospedale di montagna. Mi spiego: se a Piminoro o a Scido qualcuno viene colpito da un qualsiasi malore, Cannavà o Palmi sono comunque lontane. La prego, di voler riflettere bene, prima della decisione finale e di non farvi influenzare da fin troppo scontati campanilismi. Ripeto io potrei dirle che Gioia Tauro è la città del porto, che è centrale rispetto agli altri paesi, che ha dato i natali a molti personaggi importanti; anche viventi. Potrei raccontarle il nobile passato della mia città che non ha niente da invidiare a Palmi, ma non dico niente. Non servono polemiche ma
fatti concreti. Non aggiungo altro, le dico solo di agire da presidente nello stesso modo di quando era sindaco, continuando ad impegnarsi per il bene comune.
Caterina Sorbara
Gioia Tauro